
Educare alla scelta: perché dire “sì” ai bambini non significa viziarli
Quando si parla di libertà di scelta nei bambini, spesso si cade in un grande equivoco: “Lo stai crescendo viziato”. In realtà, permettere ai più piccoli di fare scelte autonome, quando possibile, è un modo efficace per favorire la loro crescita emotiva e cognitiva. La chiave sta tutto nell’approccio dell’adulto.
Concedere una scelta non significa cedere a ogni capriccio. Si tratta piuttosto di riconoscere i desideri del bambino e offrirgli la possibilità di esprimersi, entro limiti sani e realistici. Ad esempio, se un bambino vuole indossare la sua maglietta preferita invece di quella scelta dal genitore, non c’è nulla di male. È una preferenza personale che non comporta rischi o problemi.
Diverso è il caso in cui non c’è una possibilità. Qui entra in gioco la gestione dell’emotività: il genitore non deve soddisfare a tutti i costi la richiesta, ma può aiutare il bambino a gestire la frustrazione. Accogliere le sue emozioni, offrirgli una valida alternativa, e aiutarlo a trovare una soluzione sono passi fondamentali per insegnargli l’autoregolazione.
Dare ai bambini piccole scelte quotidiane – tra due vestiti, cosa mettere nello zaino o quale frutto mangiare – li aiuta a sviluppare senso critico, autonomia e sicurezza.
Non è il “sì” in sé a viziare, ma la mancanza di confini chiari e coerenti. Un genitore presente e consapevole può trasformare ogni richiesta in un’occasione educativa, senza cedere al permissivismo.
Conclusione
Offrire scelte ai bambini non li rende viziati, ma più forti. Crescere significa anche imparare a scegliere, e i genitori possono guidarli in questo cammino con equilibrio e amore.