Le promesse fatte ai bambini non sono semplici parole: rappresentano veri e propri mattoni emotivi con cui si costruisce il legame di fiducia tra adulto e bambino. Ogni “ti prometto” è un impegno che, se mantenuto, rafforza il senso di sicurezza e credibilità dell’adulto. Ma cosa accade quando le promesse non vengono rispettate?

Nel mondo dei più piccoli, le promesse assumono un valore profondo. Non solo rassicurano, ma aiutano anche a dare significato a ciò che accade attorno a loro. Quando un genitore promette di restare accanto al figlio durante la notte, sta comunicando protezione e presenza. Quando però le promesse diventano strumento di scambio – “se fai il bravo, ti compro un regalo” – rischiano di trasformarsi in ricatti educativi, confondendo i reali valori.

Dal punto di vista educativo, è importante distinguere tra promesse fatte con intenzione sincera e promesse dette “per far stare buono” un bambino. I bambini ricordano ciò che viene detto loro. Una promessa non mantenuta può generare sfiducia, delusione e senso di abbandono. È per questo che è preferibile fare meno promesse, ma mantenerle sempre. E quando non è possibile farlo, è fondamentale spiegarne il motivo e chiedere scusa.

Un’alternativa più sana è invitare i bambini a “fare del proprio meglio” anziché promettere cambiamenti impossibili. Questo li aiuta a costruire impegno personale e senso di responsabilità, adattati alla loro età.

In definitiva, le promesse ai bambini devono essere strumenti di crescita, non di manipolazione. Quando usate con consapevolezza, diventano una base solida su cui costruire relazioni sincere, rispettose e durature.